Azienda Agricola Turati di Calle
Intestazione di autorità
- Intestazione
- Azienda Agricola Turati di Calle
Sede
- Denominazione
- Azienda Agricola Turati di Calle
- Tipologia
- azienda agricola
- Indirizzo
- Calle
- Comune
- Tricarico
- Nazione
- Italia
Date di esistenza
- Data di istituzione/costituzione
- 1920
- Data di soppressione/cessazione
- 1953
Storia istituzionale
Il borgo rurale di Calle nacque intorno al 1920 su iniziativa del Cav. Turati, illuminato imprenditore torinese, che creò una grande azienda agricola con al centro il villaggio per i contadini.
L’azienda di Silvio Turati, che a Calle operò negli anni 1920-1950 comprendeva terreni e proprietà situati nella montagna interna materana, in gran parte improduttivi. Il Turati affidò ad esperti la direzione dell’azienda. Fra tentativi di colonizzazione dell’area con l’affidamento in mezzadria a coloni veneti, la ricerca di sorgenti, l’installazione di silos per il bestiame e le prime iniziative di sericoltura si avvicendarono i primi direttori cercando di introdurre elementi innovativi di razionalizzazione nella gestione di quelle vaste terre e del patrimonio zootecnico. L’imprenditore agricolo torinese creò, nell’arco di tre anni, un borgo rurale a Calle, dotato di strutture e servizi, poi collegato con Tricarico in modo da favorire un insediamento stabile su quel territorio. Tale insediamento fu incentivato dal ripristino dei contratti di mezzadria, che passarono da uno a sei anni, favorendo così le produzioni agrarie migliori, razionalizzando lo sfruttamento dei suoli, potenziando l’allevamento bovino, incentivando le colture foraggere e la plantumazione degli alberi da frutta e di oliveti. Il mezzadro doveva impegnarsi nella difesa dei suoli e delle strade interpoderali ed un “libretto colonico” sanciva l’adesione di ogni lavoratore agricolo alle iniziative dell’azienda, per cui allo sfruttamento di proprietari assenteisti si sostituì l’adesione di una fattiva collaborazione in un’ottica di sviluppo continuo, senza trascurare i problemi di carattere sanitario e la viabilità stradale.
Gestione del patrimonio forestale con criteri moderni in accordo con il demanio forestale ed energica riforestazione del 15% della superficie boschiva, aumento della produttività dei suoli con la concimazione, sistema mezzadrie seguito da un riordino più razionale dei lotti di terreno furono i punti salienti di un riformismo economico e sociale che portarono l’azienda Turati a vincere nel 1933 il premio di maggior produttore granario d’Italia. L’azienda, agli inizi degli anni Cinquanta, era ripartita in 16 poderi gestiti a mezzadria più il podere di Calle, condotto direttamente dal proprietario.
Nel 1953, in ottemperanza a quanto previsto dalla Riforma agraria, l’azienda di Calle fu espropriata. L’esproprio dell’azienda Calle fu di 1.484 ha complessivi, mentre al cav. Turati rimasero 465 ha. Una porzione definita terzo residuo, compresa nella superficie espropriata, poteva rimanere al proprietario, qualora egli si fosse impegnato in opere di migliorie e di infrastrutture in accordo con gli interventi dell’Ente di Riforma Agraria. Ma Turati vi rinunciò.