Archivio Maurizio Leggeri - Archstudio
Tipologia
- Superfondo
Storia istituzionale/Biografia
Il Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo - CGIAM è un organismo scientifico di diritto pubblico impegnato nella definizione di metodologie scientifiche, nello sviluppo tecnologico e nell’ingegnerizzazione di strumenti e servizi per l’Osservazione, l’Analisi ed il Monitoraggio Territoriale ed Ambientale, al fine di mitigare i danni per l’uomo e le cose dai rischi naturali, primi tra tutti, il rischio sismico ed il rischio idrogeologico-ambientale.
All’attività scientifica e di ricerca, così come previsto da statuto, si affianca quella di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio bibliografico, audiovisivo, archivistico e storico- strumentale e la valorizzazione e diffusione del patrimonio storico e culturale attraverso la ricerca storiografica, il recupero di fonti e materiale audio visivo.
In questo ambito di competenza il CGIAM conserva e gestisce la Biblioteca Maurizio Leggeri, nata dall’eredità professionale dell’ingegner Maurizio Leggeri, e il Centro Studi Internazionali «Emilio Colombo», che si configura quale centro di ricerca e documentazione sulla storia dei partiti politici italiani, con particolare riferimento agli studi sulla Democrazia Cristiana negli anni della cosiddetta “prima Repubblica”.
Alla Biblioteca Maurizio Leggeri, si affianca inoltre un importante Archivio, costituito principalmente dalla documentazione prodotta dall’ingegner Maurizio Leggeri negli anni di attività professionale, tra il 1963 e il 2012, quale socio fondatore dell’ArchStudio, uno dei più importanti studi di ingegneria e architettura della Basilicata.
Grazie ad un contributo della Regione Basilicata, nel 2017 sono state avviate le attività di riordino archivistico di tutto il materiale tecnico-scientifico conservato nell’archivio ai fini della sua valorizzazione, salvaguardia e pubblica fruizione. In quella data si è redatto un elenco di consistenza del materiale, si sono formulate le prime ipotesi di struttura archivistica e si è digitalizzato, in formato pdf, tutto il materiale documentario, conservato in 1098 faldoni.
Alla digitalizzazione del materiale, però, non è seguita alcuna attività di inventariazione e metadatazione, così come non è stato affrontato il discorso della pubblicazione e valorizzazione dell’archivio.
Nel corso dell’attività di ricognizione e digitalizzazione è emerso però il valore della documentazione conservata, tant’è che si è proceduto a far richiesta di essere individuati quale archivio di interesse culturale, ai sensi dell'art. 13 del d.lgs. 42/2004.
Nel 2022 il CGIAM è risultato aggiudicatario di un finanziamento concesso dal MIC – Direzione Generale Archivi - nell’ambito del Bando “Finanziamenti ai sensi il decreto 168 del 25 marzo 2015 e successive modifiche”, annualità 2022, finanziamento da cui è scaturito l’intervento ora concluso.
Storia archivistica
L’Archivio conservato dal CGIAM è aperto al pubblico e conserva cartografia storica, fotografie di cantiere, progetti realizzati, studi di fattibilità, ricerche e modelli di studio, tavole architettoniche e strutturali e letteratura grigia: tutti hanno quale principale denominatore il territorio regionale. Questa documentazione rappresenta un patrimonio importante per ricercatori, studenti, tecnici e/o docenti di Ingegneria e Architettura, così come per gli enti ed i professionisti che lavorano nel campo dell’ingegneria; il patrimonio è altresì reso disponibile per quanti siano interessati allo sviluppo storico delle dinamiche territoriali della Regione Basilicata, ponendosi come interlocutore privilegiato e in dialogo continuo con il territorio.
Obiettivo del progetto finanziato dalla DGA nel 2023 era quello di riordinare e inventariare, secondo criteri archivistici, il materiale tecnico-scientifico conservato presso il CGIAM.Nel corso della ricognizione della documentazione sono stati Individuati 4 diversi fondi archivistici: il fondo Maurizio Leggeri; il fondo Antonio Costabile, il fondo Archstudio e il fondo CGIAM, che pur avendo la loro autonomia presentano un reciproco legame genetico-istituzionale e hanno avuto una comune sorte sul piano conservativo e pertanto si è stabilito di creare il superfondo "Archivio Maurizio Leggeri - Archstudio" per preservarne le caratteristiche di unitarietà.
I fondi sono stati riordinato ed è prodotto un inventario con l’ausilio di un software di descrizione archivistica – ARCHIUI – che adotta standard nazionali e internazionali di descrizione archivistica, garantisce l'interoperabilità del progetto con i sistemi archivitici di rilevanza nazionale.Data la significativa rilevanza storico-documentaria del fondo per lo studio delle trasformazioni urbanistiche della città di Potenza, del suo hinterland e, più in generale, dell’intera regione, oltre che per l’individuazione degli itinerari di ricerca e sperimentazione, in campo architettonico, ingegneristico, del restauro e della programmazione urbanistica messi in campo dai professionisti produttori dell’archivio, si è ritenuto indispensabile dare un ulteriore impulso alla valorizzazione della documentazione, al fine di renderla nota e ampiamente fruibile.
A tal fine si è creato un sistema integrato di consultazione esteso a livello della singola unità archivistica.
Sul fronte della digitalizzazione del patrimonio, sono state acquisite, in formato digitale, 380 immagini creando un sistema integrato di ricerca.
L’adozione di elevati standard di descrizione consentirà di valorizzare il patrimonio documentario attraverso i sistemi archivistici di rilevanza nazionale quali il SIUSA e il SAN.L’intervento è stato così articolato:
Ricognizione analitica del complesso documentario (bb. 1113) e studio della costituzione dell’archivio in relazione al soggetto produttore; storia archivistica; analisi delle differenti modalità di acquisizione della documentazione al fine di: individuare la fisionomia e le partizioni originali interne ai fondi, risalendo, ove possibile, all'organizzazione data alla documentazione dai soggetti produttori (a partire dalla storia dell’archivio); mettere in relazione l’eventuale documentazione accessoria (fotografie e patrimonio cartografico) con le partizioni archivistiche riconducibili ai diversi professionisti; intercettare i nuclei documentari conservati in forma sciolta o raccolti in aggregazioni con carattere di miscellanee; individuare e sanare l’eventuale presenza di lacune cronologiche in relazione ai nuclei di documentazione a carattere seriale.
Riordino della documentazione: puntualizzazione delle serie archivistiche e delle sottoserie; riordino delle unità archivistiche con fisionomia originale e riconduzione delle stesse alle serie d’appartenenza individuate;
Redazione di un inventario del complesso archivistico mediante il software di gestione e inventariazione ARCHIUI in grado di supportare e gestire le immagini digitalizzate: descrizione del soggetto produttore; descrizione generale del complesso archivistico; descrizione della sedimentazione e della struttura del complesso archivistico nella sua organizzazione in serie e sottoserie; descrizione dei criteri adottati per il riordinamento della documentazione; descrizione delle unità archivistiche individuate; collegamento delle descrizioni delle singole unità con le immagini digitali pertinenti.