Archivio Maurizio Leggeri - Archstudio

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L’Archivio “Maurizio Leggeri – Archstudio”, costituisce un patrimonio documentale di straordinario rilievo, offrendo una finestra privilegiata sulle trasformazioni paesaggistiche, urbane e infrastrutturali della Basilicata a partire dal secondo dopoguerra. La ricchezza e la varietà della documentazione custodita testimoniano un’intensa attività di studio, progettazione e confronto, sviluppatasi in dialogo con importanti realtà scientifiche nazionali e internazionali.
L’Archivio custodisce cartografie storiche, progetti e corrispondenza, per lo più legati alla storia degli interventi geologici, ingegneristici, architettonici e paesaggistici della regione Basilicata; per tale ragione, rappresenta, un patrimonio prezioso ed indispensabile per ricostruire anche la storia dell’urbanistica della regione. L’archivio costituisce un bene culturale di grande valore perché documenta con tracce palesi e tangibili, permettendone la ricostruzione storica, non soltanto l’edilizia e l’evoluzione della stessa in Basilicata, ma anche discussioni e fruttuosi confronti sui temi della pianificazione urbanistica e territoriale. Grazie alla possibilità di ricostruire, sulla base degli anni di riferimento, le riflessioni teoriche e tecniche intorno alla progettazione e la costruzione degli edifici e l’evoluzione delle tecniche antisismiche, sarà possibile avviare indagini di carattere tecnico e storiografico sulle principiali “testimonianze” edilizie della regione e sulla loro trasformazione nel tempo.
L’Archivio Maurizio Leggeri - Archstudio rappresenta, dunque, una risorsa inestimabile per lo studio delle trasformazioni territoriali della Basilicata e costituisce un laboratorio dinamico per la ricerca interdisciplinare in ambiti che spaziano dall’ingegneria al restauro, dalla pianificazione urbanistica alla storia dell’architettura. Attraverso il suo processo di digitalizzazione e valorizzazione, il Centro si propone di rendere questo patrimonio sempre più accessibile, promuovendo la conoscenza del territorio e rafforzando i legami tra memoria, innovazione e futuro.
Grazie a contributi del Ministero della Cultura – Direzione generale Archivi per “Progetti di Ricerca Scientifica” nel 2023, è stato avviato un importante progetto di riordino e inventariazione dell’archivio, conclusasi a marzo 2024.
Il progetto ha previsto un intervento sistematico sul materiale conservato: dal riordino fisico all’inventariazione secondo gli standard archivistici nazionali e internazionali, fino alla digitalizzazione e alla metadatazione.
A tutela della conservazione a lungo termine, il patrimonio archivistico è stato sottoposto a un’attenta attività di condizionamento conservativo delle unità con l’utilizzo di materiali idonei alla protezione e alla salvaguardia dei documenti più fragili o delicati. Questo intervento garantisce la stabilità fisica del fondo e ne preserva l’integrità per le future generazioni di studiosi e cittadini.
L’archivio conserva oltre 1.098 unità documentarie, in gran parte riconducibili all’attività professionale dell’ingegnere Maurizio Leggeri (1963–2012), Presidente del CGIAM per oltre un ventennio e cofondatore dell’ArchStudio, uno dei principali studi di ingegneria e architettura della Basilicata.
Grazie all’attività di riordino sono stati rilevati 4 fondi archivistici:
- fondo Maurizio Leggeri;
- fondo Antonio Costabile;
- fondo Archstudio,
- fondo CGIAM
I suddetti fondi pur avendo una propria autonomia, presentano un reciproco legame genetico-istituzionale e hanno avuto una comune sorte sul piano conservativo, pertanto si è stabilito di creare il superfondo "Archivio Maurizio Leggeri - Archstudio" per preservarne le caratteristiche di unitarietà .
All’Archivio Maurizio Leggeri - Archstudio si affianca il “Fondo Fotografico Emilio Colombo”, dedicato all’illustre politico potentino, figura di primo piano della storia repubblicana italiana e tra i promotori del Centro.
L’Archivio è da sempre aperto alla consultazione da parte di ricercatori, studenti, professionisti e istituzioni.
La varietà e la profondità del materiale conservato lo rendono uno strumento prezioso per indagare l'evoluzione del territorio lucano, non solo dal punto di vista ingegneristico e architettonico, ma anche sotto il profilo teorico e pianificatorio.
La documentazione consente di analizzare criticamente le scelte progettuali compiute nel corso dei decenni e di comprendere le dinamiche che hanno plasmato l’attuale assetto urbano e territoriale della Basilicata.



